sabato 15 settembre 2007

POST PUBBLICATO SUL BLOG DI GIANFRANCO MICCICHE' IN RELAZIONE AL DIBATTITO SU BEPPE GRILLO E IL V-DAY

Mi pare doveroso fare una premessa.Grillo è bravo. Lo è sempre stato e, tra le lodi che gli si possono dedicare, certamente è un professionista che piace e - da sempre - si fa ascoltare gradevolmnte. E su quanto detto, ritengo non ci siano dubbi.La novità sta nel fatto che Grillo, a consuntivo forse parziale di un programma, di un progetto, rispetto a tanti altri, e molti, dice ciò che andrebbe detto. Che va detto. Lo fa con disinvoltura, e sensa timori reverenziali. Tante cose giuste - le dice pure - ma all’interno di un grande progetto: si prepara a facilitarsi la comunicazione con il suo blog; interagisce con i visitatori del suo sito; sboccaccia delibertamente contro i miti e vate della politica (cosa che il normale protestatore non riuscirebbe a fare); acquisisce ledearship nella protesta, mettendosi dalla parte dei più deboli, dei più piccini e di chi non ha voce (basti pensare anche al CDA di Telecom ed i piccoli azionisti che lo delegano); organizza la sottoscrizione referendaria; concretizza la prima fase del suo “progetto” - quella più importante - con il V-day. Il resto, le reazioni ed il dibattito lo tocchiamo… con mano.Grillo è bravo, intelligente, freddo calcolatore (il progetto), paziente, cinico. Colpisce il mondo della politica nazionale in un momento delicatissimo. Il momento dei mille dibattiti, dei tentativi per le grandi trasformazioni all’interno dei partiti, del debole e controverso equilibrio della maggioranza (quella dei piccoli numeri) osteggiata dalla CDL che - se pur sfiancata per effetto della sua destabilizzante dialettica tutta interna alla coalizione - riesce a mettere frequentemente allo scoperto i nervi del centrosinistra.Grillo, pertanto, riesce ad inserirsi, enfatizzando le debolezze di tutto il sistema politico nazionale, divenendo il protagonista, il primo attore. E ci riesce, aggiungendo a tutte le paure che i partiti italiani vivono ( costituendo PD con Veltroni & Co, PdL con la Brambrilla e la fine di F.I., Fini e Storace, Calderoli e l’Islam, ecc., ecc., ecc..), quella di una legge di iniziativa popolare che sconvolgerebbe l’attuale sistema. Altro che paura di -per dirla con Berlusconi - perdere il cadreghino a causa di Vittoria Michela Brambrilla.Tutto ciò, a mio modo di percepire il momento, denuncia un fatto importantissimo. Il Paese ha bisogno di un nuovo e forte PROGETTO.Il Paese ha bisogno di un forte e radicale cambiamento. Il Paese ha bisogno che le regole scritte e quelle nuove da scrivere o da ri-scrivere, siano norme e regole, valide per tutti e responsabilmente utilizzate da tutti, per il bene di tutti. E, perchè no. Per il bene del PAESE.Pertanto, ritengo non sia importante quante legislature faccia un politico: piuttosto è molto fondamentale che ci siano politici bravi, responsabili, attenti ai bisogni dei cittadini che rappresenta e, disposti a fare un passo indietro per lo sviluppo dell’intera nazione. Ritengo, che sia veramente poco importante l’età del politico. Penso che non sia responsabile forzare i tempi lanciando in politica chi non ha mai espresso una seria militanza, chi non abbia mai fatto esperienza vicino a quel mondo.E ciò lo dico anche per dissentire da coloro che da rappresentativi uomini di partito, organizzano meeting, confronti, dibattiti, aperti - in maniera settaria - solo per trentenni… aspiranti, ventenni…aspiranti, ecc. E tutto, escludendo chi magari, nel quotidiano rappresenta - anche nella sofferenza e nel sacrificio - alcune bandiere. Dissento da chi costruisce finti problemi, magari per costruirsi esclusivi e personali consensi nell’auspicio di farsi i propri partiti “Privè”, a discapito di chi invece, con dignità, sta in prima linea ed in strada a beccarsi cazzottate.. in faccia e nello stomaco. Il problema sta nella correttezza dei politici. Nella capacità di avere riconoscenza in chi ha creduto in loro (in chi li ha votati, in chi gli ha dato copertura, fiducia e sponsorizzazione). Ma alla fine, emerge che è più facile fagocitare chi ti ha voluto tanto bene. Ecco, il problema è nell’uomo. Nel cittadino, esso stesso, italiano. Proviamo a costruire un progetto. Quello del responsabile cambiamento. E magari prendendo ad esempio le gesta dei grandi statisti che hanno fatto la nostra storia. Quella italiana ed europea.@Presidente“”….Avanti tutta!!!”. Rimango dell’avviso, che quel progetto dei siciliani che hai proposto - anche nei due contrapposti schieramenti per l’intereresse dei ns. isolani - sia sempre di forte attualità. In questo caos, forse conviene guardare, da politici che hanno a cuore la Sicilia, allo sviluppo e alla crescita - prioritariamente - della Regione Siciliana.

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