lunedì 2 agosto 2010

Si torni a moderare i toni attivando la dialettica ed il civile confronto democratico: sono in gioco il bene della Sicilia e dell'intero Paese.















Commento pubblicato su http://www.gianfrancomicciche.net:
1 agosto 2010 alle 10:25
Un post che esprime un chiaro percorso. Il giusto indirizzo di chi deve rappresentare la politica italiana, e certamente quella che, dell’Italia, sta a cuore con gli interessi di sviluppo per la nostra amata e bella isola del Mediterraneo: appunto la Sicilia. Le divisioni politiche di questi ultimi tre anni, hanno soltanto danneggiato ed interrotto il percorso di crescita che sta nei principi d’indirizzo della politica economica comunitaria propri dell’obiettivo 1 in cui – noi – siciliani siamo allocati come regione politico-economica d’Europa. E tali politiche sono state rallentate, immobilizzate da una politica e da alcuni politici che, qui in Sicilia, hanno preferito alla democratica e liberale dialettica politica interna, prima, a Forza Italia e, poi, al neo nato PdL, lo scontro faidistico di chi vuole soppiantare l’ex amico (padre-amico) con i sui fedelissimi. Una scelta che ha visto spendere tutte le energie di chi avrebbe dovuto metterci più responsabilità, per effetto dei ruoli istituzionali e di governo ricoperti a tutti i livelli, piuttosto che pensare che avere un unico obiettivo: abbattere irreversibilmente, in maniera drastica e fatale Gianfranco Miccichè. Così, purtroppo per “Loro”, non è stato e, pian piano, partendo dal rispetto dei patti elettorali assunti per sostenere il governo di Raffaele Lombardo fin dal marzo 2008, Miccichè ed i suoi uomini più fedeli hanno ricostruito un percorso ed una dimensione politica che – oggi – ha un grande senso politico: l’equilibrio e lo sviluppo della politica siciliana (ma anche dell’intero Paese) partendo dalle riforme, praticando un percorso di lealtà e di forte e quotidiano impegno.
E appunto, Gianfranco Miccichè, con i fedelissimi uomini hanno iniziato a tessere materia, sostanza, equilibrio e credibilità verso la gente, verso l’elettorato siciliano. Uomini che vanno apprezzati al cospetto dello scenario politico locale e nazionale e che meritano alte citazioni: Pippo Fallica, Michele Cimino, Titti Bufardeci, Stefania Prestigiacomo, Giulia Adamo, Dore Misuraca ed una serie di colonne di uomini delle istituzioni che, partendo dai deputati regionali siciliani ha visto l’impegno negli Enti locali siciliani, nella gente comune – anche – come me.
Adesso, e lo troviamo tracciato in questo post di Miccichè -
il percorso è chiaro al punto tale che nello stesso potremmo intravedere le tracce di un manifesto politico.
Per la crescita e lo sviluppo della Sicilia, partendo dal dialogo moderato e democratico, auspicando di riformare – attraverso nuove e più snelle leggi di riforma – la nostra amata terra siciliana, ma con e Silvio Berlusconi nell’intero Paese.
E’ chiaro, che necessita abbassare i toni; necessita che ognuno si accontenti di quello che gìà ha, e lasci all’amico di partito o coalizione la possibilità di potere esprimere le proprie ragioni, i propri valori.
Poi, ritengo che lo spazio ci sia per tutti.
Sempre che si pensi al bene della Sicilia e della tenuta di Governo nazionale.
Chiaramente, stringendosi la mano.
Io, la penso come Gianfranco Miccichè e chiaramente come chi senza soggettivi interessi è stato spinto a seguirlo in ogni sua scelta politica.


Ecco il post di www.gianfrancomicciche.net, su cui è stato pubblicato il commento di cui sopra:

Mi dispiace per quello che è successo! Sono convinto che probabilmente le tifoserie abbiano influito più degli allenatori, ma ormai il rapporto tra i due fondatori del Pdl era insanabile. Forse il tempo aiuterà a rimettere ordine. Il popolo del Centrodestra è comunque complessivamente dispiaciuto.

Ha ragione Berlusconi, quando dice che tutto è nato in Sicilia, perchè la Sicilia è stata la prima regione, nel tempo seguita da altre, in cui è emerso un malessere all’interno del partito.

La causa è sempre la stessa: l’inadeguatezza della classe dirigente scelta per guidare il partito. Non è difficile capire perché il Presidente Lombardo mantenga il dialogo con il PdL di Berlusconi e Miccichè e non con quello di Castiglione, Leontini o Cascio.

A proposito di Cascio e delle sue stupide esternazioni: vorrei ricordare che la resa si chiede a chi ha perso e quindi rimando al mittente le offerte.

Ad ogni modo, io ritengo che questo sia un momento in cui la politica deve riscoprire la serenità del dibattito, per continuare a lavorare nell’interesse della collettività, a Roma come in Sicilia. E serenità del dibattito vuol dire dichiarazioni intelligenti e ragionamenti seri; non fiato che esce dalla bocca di chi gioca a rompere o di chi non ha capito bene come stanno le cose oppure di chi crede che 15 giorni di gloria giornalistica, ottenuta a suon di post e agenzie sensazionalistiche, lo possano riascattare da anni di anonimato da seconda fila.

Serenità del dibattito vuol dire dialettica costruttiva, vuol dire ricerca di equilibri che possano garantire la tenuta democratica delle nostre istituzioni, vuol dire parole responsabili di uomini e donne responsabili.

Questo vale per tutti, anche per i finiani, che qui, in Sicilia, condividono con noi l’esperienza di governo. E’ evidente che le nostre posizioni sono diverse: loro stanno con Fini, noi stiamo con Berlusconi. Tuttavia, questo non ingenera in me alcun sentimento di contrasto verso chi, comunque, ha fatto una scelta di lealtà politica.

Questo è il momento in cui ogni scelta può essere quella definitiva. Io scelgo in modo inequivocabile di stare insieme a chi, con lealtà, fiducia e intelligenza, intende portare avanti veri processi di riforma e modernizzazione della propria terra. In Italia è Berlusconi!

3 commenti:

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